lunedì 25 gennaio 2010

Come scomparire nel nulla e costruirsi una nuova identità

Sparire. Costruirsi una nuova vita, in un altrove lontano. Evaporare nel nulla, lasciandosi alle



spalle una scia di mistero. Nel mondo occidentalizzato è diventata una moda: molte persone lo


desiderano, molte hanno davvero provato a fuggire da mogli (mariti), parenti, amanti,


conviventi, lavoro, sfruttamento, veleni, città-mostri e tanto altro ancora. Pochissimi sono


riusciti ad ingannare le occhiute polizie e i «Chi l’ha visto?» dell’universo mondo tv. Il


pubblicitario torinese Filippo D’Arino, 35 anni, ha scritto per l'editore Castelvecchi di Roma,


«Manuale di sparizione - La sfida dell'invisibilità nella società del controllo», nelle librerie


da pochi giorni.

Una premessa: negli Usa, soprattutto, sparire è già un business. Ci sono siti specializzati che


vendono, per cifre notevoli, il kit dello scomparso: nuova identità, documenti regolari emessi


da Paesi non legati all’Occidente, conti bancari in paradisi fiscali, carte di credito,


biglietti aerei sola andata. Ma questo è solo un aspetto di una serie di riflessioni che possono


anche diventare, e che sono, un progetto filosofico. Non certo inedito, dalla letteratura al


cinema. Slogan, «Il valore dell’assenza». Spiega D’Arino: «Possiamo parlare di tre diverse forme


di sparizione: dell’anima, del corpo e della mente». Concetti complessi: «... Sparire


completamente dalla società, dalle istituzioni e dalle regole sembra ormai l’ultimo traguardo di


libertà e di realizzazione totalmente autonoma dell’individuo. I segnali ci sono. I perché non


mancano. Tecniche e metodi imperversano. Sempre più esposta, minacciata, controllata e


sensibile, l’identità individuale prova a darsela a gambe come può. Nel farlo, potrà accettare


compromessi, rifiutarli del tutto o, al limite, inventarsene di nuovi».

Già, ma come? «Seguendo traiettorie improvvisate, organizzate, al limite del lecito o


semplicemente impensabili. Dentro nuove filosofie, scelte, modi di essere». Anticorpi. A


D’Arino, questa parola piace parecchio: «Gli anticorpi che ognuno di noi può provare a


metabolizzare per reagire al malessere dell'iperpresenza, al "virus" della totale esposizione


che la Società del Controllo ha diffuso e predisposto per noi». Dunque, un mondo senza


telefonini, casella postale, carte di credito, impegni, orari, doveri, seccature. Tutto bene,


sin qui. Ma quali sarebbero «le traiettorie»? Primo: decidere di andarsene, davvero convinti di


un gesto così estremo. Poi: meglio conquistare la complicità delle persone care, che non


comincino subito a tempestare di telefonate il 113, a lanciare appelli in tv; svuotare, per


esempio, i conti bancari molto tempo prima della fuga; trasferire il capitale seguendo le


procedure regolari in banche estere; non commettere mai illegalità; visitare il Paese prescelto,


stabilire i primi contatti con largo anticipo; raggiungerlo mai con voli diretti ma «frammentati


e spaziati nel tempo». Dopo, seguire norme ispirate alla massima prudenza: non lasciarsi tentare


da ritorni melanconici; non usare telefonini o e-mail, meglio le lettere (i «pizzini»,


Provenzano docet), inviati da aree diverse e lontane dalla nuova patria.

Nei siti Usa i consigli sono ancora più perentori: non usare bagni pubblici senza precauzioni,


per non lasciare tracce biologiche da cui sarebbe possibile trarre il Dna; scrivere le lettere e


maneggiarle solo con guanti di lattice; comunicare solo con persone fidatissime; non dimenticare


mai oggetti personali su auto, treni, aerei. Questo per quanto riguarda la scomparsa fisica.


D’arino: «La rivista Happy Web, ha dimostrato che è possibile, per 140 mila euro, cambiare


identità utilizzando solo i servizi sulla rete. Il sito, ormai leggendario, è


www.skeptictank.org. Guru assoluto, quel Fredric Rice, ovviamente, l’identità è incerta, che sul


suo forum si tiene in contatto con gli «spariti» di tutto il mondo, quelli che hanno seguito i


suoi consigli e superato la prova del tempo». Ma questi sono i poeti della fuga, entrare nella


loro web comunity è letteralmente impossibile. Ma D’Arino ci spiega come scomparire anche


attraverso altri contatti meno leggendari e più prosaici, siti e «società» dove poter acquistare


documenti d’identità, passaporti, lauree e diplomi, qualsiasi attestato necessario per


organizzarsi una nuova attività e una nuova vita. Per l’anima e la mente, il discorso è un filo


più complicato. Ma ugualmente possibile. Forse, da solo, il manuale non basta.

Sette regole per non destare sospetti e non farsi riacciuffaremai più

1. Pensarci bene prima di prendere la decisione. E’ importante essere davvero sicuri di


volersene andare per sempre: in caso contrario la malinconia sarà sempre in agguato e potrà


giocare brutti scherzi.

2. E’ fondamentale conquistare la complicità delle persone care, per evitare che alla vostra


scomparsa comincino a cercarvi allertando, oltre alle forze dell’ordine, anche la redazione di


«Chi l’ha visto?».

3. Una volta presa l’irrevocabile decisione, si potrà cominciare a svuotare i conti bancari.


L’operazione non va fatta all’ultimo momento utile prima della partenza, ma parecchio tempo


prima.

4. Il denaro prelevato dai vostri conti andrà trasferito in banche estere seguendo alla lettera


le norme vigenti. E’ infatti molto importante, quando si vuole far perdere le proprie tracce,


non commettere alcun tipo di illegalità.

5. Visitare per tempo il Paese prescelto, anche più d’una volta, e stabilire durante i viaggi


perlustrativi contatti utili con la popolazione locale. Ovvio, mantenere con tutti il riserbo



sulla destinazione dei vostri viaggi.

sabato 23 gennaio 2010

COSTRIZIONE O SCELTA?



MA ESSERE O DIVENTARE BARBONE è UNA SCELTA è UNA NECESSITA' O UNA COSTRIZIONE .
è UNA FUGA DALLA REALTA è UNA PERDITA DI TUTTO O è UN MODO PER VIVERE FUORI DAL  MONDO .UN BARBONE è APOCALITTICO PERCHE' TALE O INTEGRATO PERCHE' FALLITO?

APOCALITTICI E INTEGRATI

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



Genere Saggio

Sottogenere sociologico  
Apocalittici e integrati è un saggio pubblicato da Umberto Eco nel 1964.
In questo testo, il semiologo italiano elenca delle considerazioni pro e contro la letteratura di massa, di cui individua aspetti positivi e negativi.