sabato 9 giugno 2012

TERREMOTO A MINERBIO E NELLA PIANURA PADANA.            
Come si sa' ,o non si sa' , la pianura Padana e' sempre stata un giacimento di metano molto sfruttato (vedi auto a metano) .
Tira fuori oggi ,tira fuori domani hanno forzatamente CAMBIATO QUALCOSA DEL SOTTOSUOLO , DELLE CAVITA' SVUOTATE  NON CONTROLLABILI 
MA, pena  non erogazione gas a pagamento, quindi non denaro , dovevano inventarsi qualcosa .
Quindi metanodotto galattico per poter riempire queste cavita' rimaste vuote  e riguadagnare soldi a palate .

(PAGINA IN LAVORAZIONE)


CHI PUO'   DIRCI,CHE QUESTO SVOTAMENTO CONTINUO DEL SOTTOSUOLO NON E' IL MOTIVO DI QUESTO TERREMOTO?
ALLEGO QUALCHE ARTICOLO (LA FOTO SI RIFERISCE ALLACITTA DI RIVARA MODENA) NON ALLA ZONA DI MINERBIO
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ATTUALITA' | sabato 02 giugno 2012, 16:57

Terremoto e Rivara Gas Storage (ERG): storia di un disastro evitato?

Ma il vero problema forse si chiama Stogit - Sabbioncello, Minerbio ed altri stoccaggi attivi. E non è un esperimento, ma un deposito in pieno esercizio... Utile far confusione ad arte per distogliere l'attenzione da ENI?

ROMA, 1 giugno (Reuters) - Il ministero dello Sviluppo economico ha avviato le procedure di rigetto del progetto di stoccaggio del gas presentato dalla Erg a Rivara in provincia di Modena.
Lo riferisce una nota del ministero.
"La decisione - che chiude un lungo e complesso iter valutativo - tiene conto di specifiche valutazioni tecniche e geologiche che configurano una sostanziale non idoneità del sito", si legge nella nota.
Tali valutazioni sono state "confermate anche dalla delibera del 24 aprile 2012 con cui la Regione Emilia-Romagna ha espresso formalmente parere negativo rispetto alla necessaria intesa per la prosecuzione dell'iter".
Erg Rivara Storage è controllata per l'85% da Independent Gas Management e per il 15% Erg Power & Gas.

(Da Icebergfinanza) http://www.savonanews.it/2012/06/02/leggi-notizia/argomenti/attualit/articolo/terremoto-e-rivara-gas-storage-erg-storia-di-un-disastro-evitato.html

Una premessa è fondamentale prima che qualche articolo TIPO QUESTO nasconda tra mille inutili parole e idiozie varie utilizzandola solita leggenda metropolitana del complottismo alcune realtà indiscutibili, quasi un gioco a nascondere il nocciolo della questione ovvero la sovranità democratica di chi deve sempre e solo subire le decisioni altrui che spesso e volentieri nascondono enormi interessi
Il coinvolgimento è totale perchè laggiù ci sono tanti amici e perchè un giorno potrebbe capitare a ognuno di noi!
Leviamoci dalla testa che il terremoto sia stato provocato dal fenomeno della frantumazione idraulica o da altre leggende metropolitane ma alcune considerazioni sono assolutamente necessarie, soprattutto se qualche illuminato crede di poter portare avanti determinati progetti anche di fronte alla Realtà.
Sino a prova contraria in Italia si perfora e di gusto soltanto e il non è utilizzato!
Probabilmente pochi di voi conoscono la parola fracking ovvero fratturazione idraulica, spesso denominata anche hydrofracking, che equivale come dice Wikipedia allo sfruttamento della pressione di un fluido, in genere acqua, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso.



Credere che si tratti solo di acqua è pura utopia ma passiamo avanti.
La fratturazione, detta in inglese frack job (o frac job), viene iniziata da una trivellazione eseguita in una formazione di rocce petrolifere, per aumentare l’estrazione e il tasso di recupero del petrolio e del gas naturale contenuti nel giacimento.




Bene cosa abbiamo scoperto il 28 di gennaio di quest’anno …
La Regione pone il veto definitivo sulla costruzione del nuovo deposito di gas Rivera (a S. Felice sul Panaro, Modena): “Non ci sono le garanzie minime di sicurezza per costruire un deposito di quel tipo”, è la conclusione dell’assessore alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, dopo l’incontro in commissione Ambiente con l’Ers (ERG Rivara Storage) l’azienda di Mirandola che ha presentato il progetto. Motivazione: “Rischio sismico”. IlFattoQuotidiano
Ma ovviamente…
Modena, 22 febbraio 2012 Stoccaggio Gas Rivara: emesso il decreto VIA FAVOREVOLE – Via libera del Ministero dell Ambiente alle attività di ricerca che serviranno a verificare la sicurezza DECRETO
Certo si tratta solo del via libera all’attività di ricerca che serviva per verificare le condizioni di sicurezza ma vi lascio immaginare come si sarebbe conclusa la fase di ricerca…
La societa’ aveva gia’ ottenuto il via libera dal MinAmbiente Milano, 21 mag – Non e’ stato stoccato gas sotto le aree del modenese. Lo affermano dalla sede di Erg Rivara Storage (Ers), joint venture che fa capo all’85% al gruppo Independent Resources e al 15% al gruppo Erg dei Garrone, a precisazione di alcune ipotesi circolate nei giorni scorsi. “La nostra societa’ – riferiscono all’agenzia Radiocor alcuni responsabili di Ers – si e’ limitata alla fase di ricerca, in corso da circa un anno, che non prevedeva iniezioni di gas ma approfonditi studi a livello geotermico per accertare sicurezza, tenuta e funzionalita’”. Lo scorso 22 febbraio Erg Rivara Storage aveva ricevuto dal Ministero dell’Ambiente il via libera alle attivita’ di ricerca ed era stato pubblicato il decreto di compatibilita’ ambientale, positivo, con prescrizioni per il progetto di stoccaggio sotterraneo proposto da Ers a Rivara in provincia di Modena. Il decreto dava via libera alla sola fase di accertamento. CorrieredellaSera
Ma come, il via libera all’attività di ricerca è stato dato il 22 febbraio 2012 e questi dal maggio dello scorso anno stavano già facendo ricerche a livello geotermico?
E alla fine anche il ministro Clini dice no al deposito gas di Rivara. Da oggi, il primo impianto di stoccaggio in Italia di metano situato come da progetto proprio nell’epicentro del terremoto avvenuto sabato scorso tra Finale Emilia e San Felice sul Panaro, avrà vita ancora più difficile.
E’ stato proprio il ministro dell’Ambiente Corrado Clini a intervenire riconsiderando la posizione del governo dopo le dichiarazioni del committente, Erg Rivara Storage (Ers), che proprio ieri aveva ribadito, nonostante il sisma di 5.9 della scala Richter di voler portare comunque avanti il progetto del deposito di gas: “È evidente che l’evento sismico va valutato con grande attenzione. Lo stoccaggio è un tema che va riconsiderato. Devono essere fatti ulteriori accertamenti”. IlFattoQuotidiano
…proprio ieri aveva ribadito, nonostante il sisma di 5.9 della scala Richter di voler portare comunque avanti il progetto del deposito di gas.
Mi spiace usare questa espressione in questo determinato frangente ma …chi ha orecchie per intedere in…tenda, gli altri cambino zona e si levino dai piedi, il progetto va avanti comunque!
Fa paura la scoperta di un nuovo fenomeno chiamato “liquefazione della sabbia“, che ha provocato numerose crepe agli edifici costruiti sui dossi dei vecchi alvei fluviali (generalmente si tratta di vecchie case di campagna in mattone).
Sabato il geologo Paride Antolini spiegava ad Adnkronos: «La sabbia liquefatta è fuoriuscita dalle crepe di cantine e giardini di molte case; ora la sabbia è più compatta di prima ma c’è massima attenzione da parte dei geologi, perché nel caso in cui dovesse verificarsi un nuovo sisma della stessa intensità, il fenomeno potrebbe riacutizzarsi». Agrinotizie
Ovviamente la cosa non è circoscritta visto che …
Un comitato contro la trivellazione del territorio Da Masi Torello la preoccupazione per il fenomeno della subsidenza ESTENSE


Nella foto generica, il fenomeno della subsidenza
Masi Torello. Da qualche giorno sono iniziate nelle campagne attorno a Ferrara le operazioni di ricerca di giacimenti di metano da parte di una società statunitense, la Aleanna Resources. Il territorio interessato è molto vasto, riguardando i comuni di Ferrara, Copparo, Formignana, Masi Torello, Voghiera e Ostellato. In questa prima fase la società ha costruito una cartina mineraria del sottosuolo creando dei micro terremoti con particolari camion. Tutto avviene con l’autorizzazione data dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione.
E’ previsto che questa attività possa creare danni alle tubazioni o alle strade, tanto che la società stessa promette già il risarcimento degli stessi. Non è tuttavia per questi disagi che alcuni cittadini hanno promosso un comitato per uno sviluppo sostenibile del territorio, da nome “Trivelle? No Grazie”, “ma per quel che potrebbe succedere se i risultati delle analisi confermassero, come appare probabile – spiegano alcuni cittadini che si sono interessati al problema, Simonetta Renga e Alberto Avio -, l’esistenza di una sacca di metano. In questo caso, infatti, scatterebbe la fase due, che prevede la trivellazione del suolo fino a 3000/3500 metri per aprire un pozzo sperimentale e poi, dimostrata l’economicità – per gli americani – dell’estrazione si arriverebbe alla fase tre: la messa in opera dei pozzi di estrazione”.
“Quale sarebbe il risultato dell’analisi costi/benefici per il territorio e la popolazione?”, si chiedono i componenti del nascituro comitato: “lo Stato percepirà una percentuale irrisoria (il 10% del prodotto sulla parte eccedente i 25 milioni di m3 annui); gli enti locali pressoché niente; alcuni cittadini saranno espropriati dei propri terreni; chi avrà i terreni confinanti con i pozzi probabilmente non potrà continuare nella produzione agricola di qualità che caratterizza il territorio”. Ma, soprattutto, “tutta la zona – imprecisata nella sua estensione, dipendendo dalla grandezza della sacca di metano – si vedrà sottoposta all’accelerazione del ben noto fenomeno della subsidenza, ovvero il processo di abbassamento della superficie terrestre causato da cambiamenti che avvengono nel sottosuolo”.
Bene e ora vediamo come la società ERS ha condiviso le opportunità con la popolazione
Lettera di Grayson Nash, Amministratore Delegato della Società ERS ai cittadini di Rivara
Gentili Cittadini,
la Commissione nazionale di esperti indipendenti che valuta l’impatto ambientale degli impianti energetici ci ha chiesto di effettuare la prevista verifica tecnica sulla sicurezza e sulla fattibilità dello stoccaggio di gas naturale.
La richiesta della Commissione segna una tappa importante per la prosecuzione del progetto e per questo ci è sembrato il momento giusto per raccontare cosa speriamo di poter fare assieme e dialogare con voi.
Così abbiamo accettato di partecipare alla “Sagra di Rivara”, nella quale i nostri esperti sarebbero stati a vostra disposizione per tutte le informazioni e i chiarimenti.
L’acquisto di spazi espositivi e di pubblicità, che avrebbe certamente contribuito al successo della storica manifestazione, come sapete in crisi, era a buon punto quando ci è stato detto che “non se ne faceva più niente”, e non per volontà degli organizzatori.
Non ci interessa sapere chi lo ha imposto e come ci si è arrivati, sappiamo però il perché: impedirvi di conoscere le nostre ragioni, di confrontarle con altre e farvi così una opinione vostra.
Chi non vuole l’accertamento tecnico e ha paura del dialogo sta togliendo a voi il diritto di ascolto, a noi il diritto di parola.
Avere la prova della sicurezza del progetto è un vostro diritto e più ancora lo è dei vostri figli e nipoti che decideranno di restare a vivere e lavorare nella “bassa”: lo stoccaggio potrà migliorare il loro futuro.
Noi vogliamo investire e crescere a Rivara.
Si noi tutti vogliamo investire e crescere e ora soprattutto ricostruire a Rivara, come a Mirandola, San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Cavezzo ma nessuno di noi ha intenzione di finire al …. Camposanto ( …scusate il gioco di parole si tratta di un altro dei paesi colpiti dal terremoto ) ma la prova ora l’abbiamo e la sicurezza è zero!
Sarebbe interessante comprendere chi è quel genio e quali interessi aveva che ha individuato in una zona presunta sismica con precisione quasi millimetrica il rombo della devastazione che ha colpito questa terra generosa che si risolleverà, ritornando a risplendere come e meglio di prima!
Immaginatevi cosa sarebbe accaduto in quella zona se il progetto fosse andato a termine qualche anno prima!
Certo nessuno può prevedere nulla, ma quello che è certo è che l’Africa sta schiacchiando inesorabilmente la nostra cara e vecchia Italia contro il continente, spinta dopo spinta, nulla deve essere lasciato al caso.








MINERBIO – Le forti scosse di terremoto che domenica 20 maggio, hanno colpito l’Emilia Romagna non hanno risparmiato Minerbio.  Ci siamo interessati al comune bolognese perché lì insiste una grande centrale di stoccaggio del gas della Stogit, che una delegazione di San Benedetto ha visitato lo scorso marzo, per avere un quadro più chiaro su cosa poterebbe nascere all’Agraria se il progetto GasPlus diventerà realtà.
Tra i timori del comitato tecnico consultivo sullo stoccaggio, specie di alcuni rappresentanti dei quartieri, tra cui Elio Core, c’era appunto la tenuta dell’impianto in caso di forti scosse sismiche. Così abbiamo contattato gli uffici comunali e il sindaco Lorenzo Minganti per saperne di più.

La dipendente comunale che nella giornata di oggi ha risposto a diverse telefonate da parte di cittadini dice che nessuno di loro ha segnalato perdite di gas o problemi collegati alla vicina centrale.

Fatto confermata dal primo cittadino che abbiamo sentito telefonicamente: «Nessuna esplosione o fuga di gas, se è questo che volete sapere.  Il terremoto che ha colpito il nostro territorio nella notte di domenica 20 maggio ha danneggiato parte del palazzo comunale e del cimitero, del quale è stata transennata una modesta area. Tante sono state le segnalazioni per lesioni a  edifici privati, ma non siamo a conoscenza di alcuna conseguenza sull’impianto né sulle tubature che passano nel sottosuolo cittadino. La zona dello stoccaggio è in profondità – continua Minganti – ma non a 8 chilometri come l’epicentro. Per quanto riguarda la rete superficiale, c’è una serie di valvole di sicurezza che si aziona in caso di sbalzi di pressione. Non so dire se il sistema sia entrato in funzione, questo dovete chiederlo all’azienda, ma se lo ha fatto ha funzionato, perché non ci sono stati danni in tal senso per la cittadinanza».

Abbiamo provato anche a telefonare a qualche cittadino minerbiese che abita nella vicinanza dell’impianto. «Qui da noi non ci sono stati tanti danni – dice la signora Valeria - La paura c’è per tante cose e sicuramente anche per la centrale del gas» mentre un altro sospira laconico: «Quello che deve succedere succede, la preoccupazione c’è sempre».

Un portavoce di Stogit conferma che non c’è nulla di cui preoccuparsi. «Vi posso confermare che nessuna delle nostre infrastrutture né a Minerbio né in nessun altra parte ha subito alcuna conseguenza in seguito alle scosse di terremoto degli ultimi due giorni e naturalmente non si sono attivate le valvole di cui parla il sindaco. Non si è mosso niente anzi posso affermare che l’intensità delle scosse è stato un banco di prova reale per verificare la sicurezza delle strutture».

Stoccaggio gas, la commissione visita l'impianto di Minerbio

Si è tenuta questa mattina, mercoledì 14 marzo, la visita di una delegazione della  commissione tecnico - consultiva comunale sul deposito di gas all'impianto di stoccaggio che la Stogit Snam gestisce in concessione sul territorio di Minerbio (BO).



La delegazione era composta, oltreché dall'assessore alla trasparenza Luca Spadoni e dal dirigente del settore Qualità del territorio Germano Polidori, dal presidente della commissione Giuseppe Cappelli, dai rappresentanti dei Comitati di quartiere Elio Core e Luciano Calabresi, dal consulente della commissione ing. Giustino Zazzetta e, per le forze politiche, dalla segretaria della sezione Pd - centro Emanuela Mazzocchi e Giuseppe Marucci di Fli.



Accompagnata dal sindaco della cittadina emiliana Lorenzo Minganti, la commissione ha incontrato il direttore operation Stogit  ing. Renato Maroli, il responsabile dell'impianto di Minerbio Antonio Nigro e il geologo Daniele Marzorati, responsabile giacimenti Stogit. I tecnici hanno illustrato modalità e strutture attraverso le quali lo stoccaggio e la successiva erogazione del gas viene effettuata.



Uno degli otto siti gestiti dalla Stogit Snam in Italia, il deposito di Minerbio ha iniziato l'attività nel 1975 su un preesistente giacimento di gas. Il giacimento è stato scoperto nel 1956, dal 1959 al 1971 è stato estratto gas dal sottosuolo e, una volta esaurito, il sito è stato trasformato in impianto di stoccaggio che, per queste caratteristiche, i tecnici hanno definito "di tipo convenzionale".
"L'attività di stoccaggio del gas naturale - hanno spiegato i tecnici - avviene attraverso un processo industriale che consente di iniettare il gas proveniente dal sistema di trasporto di Snam rete gas in giacimenti che hanno già contenuto idrocarburi e quindi sono idonei a contenere gas naturale. In sostanza, è un sito interamente costituito da un giacimento precedentemente utilizzato per la produzione di gas naturale e adeguatamente convertito allo stoccaggio del gas attraverso idonee infrastrutture". (come quello che Gas Plus vorrebbe realizzare a San Benedetto, ndr.).



L'impianto industriale ha una portata massima nominale in fase di erogazione di 63 milioni di metri cubi al giorno. I pozzi per lo stoccaggio - che si trovano a una profondità media di 1300 metri (quelli che insisterebbero su San Benedetto sarebbero a una profondità di 2.500 metri) - sono 51, 6 per il monitoraggio; l'impianto di trattamento è composto da 14 colonne con una capacità di 4,5 milioni di metri cubi al giorno. L'impianto di compressione è costituito da 4 turbocompressori alimentati a gas naturale, con una potenza complessiva di 43,200 Kilowatt. Il deposito ha una estensione areale di 8 km, vi lavorano 18 dipendenti e il complesso abitativo è distante 300 metri dal sito.



Dopo la presentazione, la commissione ha intavolato un dibattito con i tecnici ponendo domande e curiosità in merito alla realizzazione dell'impianto emiliano. "Personalmente non avrei problemi a raddoppiare o triplicare lo stoccaggio, purtroppo la condizione fisica del giacimento non ce lo permette - ha ammesso Minganti - La vera criticità è data dalla selva di tubi che abbiamo nel sottosuolo, molti dei quali sono a due metri di profondità, e ne dobbiamo tenere conto ogni volta che dobbiamo fare interventi sulla rete stradale".



In merito ai benefits economici che il Comune di Minerbio percepisce perché ospita il sito, Minganti ha affermato che "da tre anni l'Ente percepisce 70 mila euro l'anno deliberati dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas e  liquidati dal Ministero per lo sviluppo economico".



Al termine della mattinata, costituita anche dalla visita agli impianti di compressione e di trattamento del gas, il sindaco di Minerbio ha voluto mandare un messaggio al sindaco Gaspari: "Fossi in lui cercherei di chiedere all'azienda che intende realizzare lo stoccaggio di assicurare le   migliori tecnologie possibili per la sicurezza, con trasparenza e con attenzione per la qualità della vita dei cittadini e del territorio".



"La visita al sito di Minerbio - ha affermato l'assessore Spadoni - è una esperienza molto utile che ci ha consentito di vedere da vicino l'impianto e di valutare le criticità già sollevate dalla commissione alla luce dell'esperienza ultratrentennale del comune di Minerbio e con l'ausilio dei tecnici specializzati".

da:http://www.lavocedelcittadino.com/2012/06/terremoto-minerbio.html

sabato 29 gennaio 2011STOGIT, ESPLOSIONI SOTTERRANEE, E IMMOBILISMO PD
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Ancora ua volta Minerbio assiste attonita e impotente alla sola cosa che riesce a fare Lorenzo Minganti, il Sindaco impostoci senza primarie, davanti alle prepotenze della Stogit, e cioè rimanere immobile e passivo di fronte alle conseguenze devastanti di una arroganza senza limiti.
Avevamo già denunciato il fatto che Minerbio sia ostaggio di una situazione imbarazzante, che riguarda l’invasività del nostro territorio da parte della Stogit, la società di stoccaggio di gas metano dell’Eni.
Grazie all’incapacità e all’inettitudine del Sindaco Minganti, questa azienda non offre le contropartite adeguate che dovrebbe dare a Minerbio, a parziale risarcimento per i danni non solo ecologici che ci causa.
Il Ministero delle Attività Produttive, ha autorizzato la Stogit a mettere in atto un’opera di rilevazione del sottosuolo, attraverso le detonazioni di cariche esplosive e di macchinari che attraverso la produzione di vibrazioni riescono, con l’onda di ritorno, a leggere la conformazione del sottosuolo stesso.
Il risultato delle esplosioni è che i cittadini di San Martino in Soverzano, di San Giovanni in Triario, e tutta una serie di edifici, tra cui la ex Scuola, lo storico Castello, e il Comune stesso di Minerbio, si ritrovano con crepe, calcinacci, e crolli.



pagina di prova in lavorazione